Descrizione
Un libro lungamente atteso questo di Gaspare Polizzi e Mario Quaranta, non solo dalla comunità filosofica italiana, ma in modo particolare da tutti i cultori e i docenti di filosofia che hanno seguito con interesse le vicende della Società Filosofica Italiana (SFI) o ne sono stati soci, avendo in essa anche ruolo dirigente, a livello locale, nelle sue sezioni, o a livello nazionale. Se infatti risulterebbe temerario sostenere che la storia della filosofia italiana sia in pieno rispecchiata nella storia della SFI e dei suoi congressi, tuttavia si può con tranquillità affermare che essi rappresentano un ottimo punto di vista per conoscere non solo quanto il pensiero filosofico ha elaborato negli ultimi cento anni, ma anche per intendere alcuni caratteri del complesso rapporto tra la società italiana e la cultura, della quale quella filosofica ha rappresentato a lungo un asse significativo. Sono tanti gli episodi che caratterizzano la lunga storia della SFI e dei suoi congressi e il lettore troverà in questo volume ampio materiale per meditare sul senso della filosofia, sul duro lavoro da essa richiesto in termini di riflessione, contributi, operatori e organizzazione. Insieme ai grandi protagonisti della cultura filosofica italiana, quelli che hanno segnato l’esperienza intellettuale di ogni uomo colto, si potranno rinvenire anche tanti filosofi, per così dire, di “seconda” o addirittura “terza” fila, che ormai risultano ignoti ai più, puri nomi senza alcuna risonanza nella propria mente e nel dibattito contemporaneo, letteralmente dei flatus vocis per i più giovani. E’ così possibile capire come la filosofia sia fatta da tutti i suoi cultori, minuscoli e massimi, e come, se siamo abituati a fissare il nostro sguardo solo sulle grandi stelle, non dobbiamo dimenticare che la galassia della filosofia è fatta pure di tanti piccoli soli, magari decentrati nelle zone più periferiche, che solo un buon telescopio ci va vedere. E questo volume ha proprio questo scopo: far vedere come la filosofia sia un’opera collettiva in cui i solisti possono spiccare coi loro assolo solo perché ci sono tanti musicisti di fila che forniscono loro la base musicale.