Descrizione
Il tema della giustizia, rimane ostaggio di una contesa tra due poteri quello politico e quello giudiziario, complicato pure da una serie di dispositivi sul tema della corruzione che si aggiungeranno al rugginoso sistema esistente. La nuova legge anticorruzione prevede incrementi di pena, ridefinizione di reati e l’introduzione di nuove fattispecie come il traffico di influenze illecite. Uno dei più gravi difetti di sistema è avere sempre affidato troppo alla norma giuridica, aumentando contemporaneamente la quantità di denaro e decisioni in mano allo Stato. Ricorrendo sempre più alla forza della giustizia per sanare i problemi che derivavano da un uso cattivo o distorto di risorse e poteri. Così invece di costruire il cambiamento dal basso, ci si è affidati alla forza della legge, alla privazione della libertà come tutela di giustizia ed equità. La rappresentanza di interessi, il rapporto tra cittadino e decisione politica si è fatto drammaticamente difficile ed al tempo stesso sempre più ineludibile. L’introduzione del reato di traffico di influenze illecite rende a questo punto cogente una regolamentazione della lobby. I lobbisti non sono dei trafficanti, per questo non si può identificare l’attività di lobbying con il traffico di influenze illecite per chiudere le porte dei regolatori ai regolati. Le attività di lobbying non “catturano” i regolatori, ma li informano perché decidano più consapevolmente. Per questo ci vogliono nuovi lobbisti, nuovi decisori e regole più chiare.