Descrizione
Muovendosi sulla duplice esperienza scientifica del fisico e del teologo l’autore guida il lettore nel complesso mondo dei rapporti tra teologia e scienza. L’opera chiarisce sin dalle prime pagine che molti scontri storici tra scienza e teologia nacquero da salutari dibattiti tra la vecchia scuola aristotelica e la nuova scienza che si stava ormai imponendo su una scolastica cristallizzata, creando utili contrasti nel dibattito di ricerca scientifica e teologica. Acquisita consapevolezza che il Creatore si serve d’ogni opera del proprio creato, nel XVI secolo cominciò a imporsi l’idea che scienza e teologia fossero due realtà e linguaggi distinti per mezzo dei quali Dio comunicava all’uomo manifestandosi con le sacre scritture come con la fisica e la matematica. Linguaggi che oggi appaiono meno diversi e più vicini, interscambiabili e a tratti quasi interdipendenti.
Un libro ricco di preziose chiarezze che smitizza pregiudizi e storiografie antiche e moderne erette spesso su rugose ideologie dure da sradicare dall’immaginario collettivo, inducendo a riflettere quanto in realtà la teologia non sia nemica della scienza nella misura in cui mai lo è stata della ragione, elemento vitale per lo sviluppo della fede profonda, della fede vera.