Descrizione
Nel concreto processo d’indagine il ricercatore sociale compie scelte che includono il riferimento, consapevole o inconsapevole, a determinate opzioni epistemologiche, gnoseologiche ed ontologiche; in tal senso, prediligere una prospettiva epistemolo-gicamente realista o costruttivista conduce ad alcune specifiche implicazioni relative alla struttura delle teorie e dei concetti utilizzati e alla metodologia di ricerca. A fronte di tali ipotesi fondamentali, questo lavoro sostiene la necessità di un’interpretazione metodologica del realismo nelle scienze sociali: ne deriva il tentativo di mostrare la sottile rilevanza della distinzione tra realismo e costruttivismo come strategie d’indagine, cercando in altro senso di tessere il ridimensionamento di una frattura che da più parti, c’è da sospettare, sembra porsi su un piano di contrapposizione tra Weltanschauung più che entro una prospettiva di dibattito scientifico. La possibilità di postulare l’esistenza di disposizioni sociali profonde, stabili, indipendenti dal ricercatore e causalmente rilevanti su fenomeni superficiali, va infatti integrata con l’esigenza di non cadere nella deriva della pura speculazione; in questa direzione occorre porsi il problema dell’interpretazione empirica dei concetti disposizionali, attraverso la progettazione ex ante di adeguate definizioni operative, utilizzando spe-cifici tipi di indicatore, e considerando ex post la possibilità di riconoscere determinate configurazioni empiriche, riconducibili a concetti dotati di specifiche caratteristiche. Una simile accezione di realismo individua nel contributo alle potenzialità esplicativo-predittive una finalità prioritaria, senza scoraggiamento alcuno anche di fronte alla eventualità di utilizzare ipotesi stravaganti e ‘stupendi errori’ in una prospettiva di potenziamento delle discipline sociali, entro un possibile orizzonte unitario con le cosiddette scienze hard.