Descrizione
Ad inizio del Novecento Hugo von Hofmannsthal, poeta tra i più raffinati del secolo, sfuggendo alla tradizionale definizione di librettista, si accosta alla scena come drammaturgo, metteùr en scene, scrupoloso concertatore della regia, poeta della musica e del corpo. Suo principale interlocutore è il compositore Richard Strauss. Il volume analizza il pensiero teatrale di Hofmannsthal e i primi allestimenti delle sue opere musicate da Strauss, ricostruendo la genesi e le vicende legate allo spettacolo, al ruolo del libretto, dello spazio scenico e della musica. L’ipotesi di Maria Innocenza Runco, tesa a verificare lo scarto tra enunciati poetici e prassi scenica, dimostra come il teatro musicale di Hofmannsthal si schieri, con inevitabili contraddizioni, tra i progetti utopici che hanno contrassegnato quel complesso periodo di “transito” dalle pratiche wagneriane e naturaliste ai postulati simbolisti.