Descrizione
Sul volto di alcuni di loro, talora, prendono forma il vuoto ideativo, l’apatia e la freddezza, talaltra, tra una smorfia d’imprecisato dolore ed un discorso grave e frammentato, s’insinua il delirio d’innocenza seguito, tragicomicamente, dall’apparente, mistificata, assunzione di responsabilità. I protagonisti di questa scena ioneschiana sono dei detenuti extracomunitari, a proposito dei quali si può riscontrare inequivocabilmente un disturbo del pensiero e della personalità. Il signor K è un nordafricano di quarantadue anni: grava su di lui la terribile accusa di violenza sessuale ai danni di una bambina di undici anni, figlia della donna alla quale il soggetto si è unito poco dopo l’arrivo in Italia. La signora X è una giovane donna africana, trentenne, proviene dalla Costa d’Avorio e non comprende per niente la lingua italiana, avendo vissuto, come altri suoi connazionali, la tragica esperienza della detenzione poco dopo l’arrivo in Italia. Il suo sguardo sembra infisso al suolo e tale rimane per tutta la durata dell’incontro. La sua complessione è abbastanza robusta; il suo aspetto è molto poco curato; è maleodorante ed ha gli occhi cisposi. L’analisi dei linguaggi della devianza è un tentativo di ricostruire l’identità di individui viventi spesso sottratti alla propria evoluzione psicosociale.