Descrizione
A settanta anni dalla morte di Gramsci, nonostante i silenzi e i processi di rimozione diffusi, si è ritenuta opportuna una riflessione su un pensatore ancora oggi attuale. La sua speculazione e il suo messaggio, sicuramente militanti e non asettici, non sono confinabili superficialmente entro i ristretti limiti di una appartenenza ideologica. Gramsci ci ha consegnato sotto il profilo teoretico indicazioni ricche di stimoli e profonde, che si possono tradurre in pratica e prassi interpretativa rispetto al pensiero filosofico e alla decifrazione storica, ma anche ai modelli pedagogici. La sua concezione della pedagogia offre ai contemporanei una visione ed una concezione vive, per il rispetto dei più deboli e per il coraggio dinanzi all’arroganza dei vincitori, ma soprattutto per la funzione attribuita alla cultura, vero catalizzatore e strumento per l’emancipazione sociale e per il riscatto di tutti. Rigore, impegno, fatica, disciplina ed autodisciplina permettono la conquista dei saperi e quindi l’esercizio dell’egemonia, principio etico oltre che politico e pedagogico, in quanto nella vera democrazia, quella diretta, ciascun uomo, in possesso della cultura, può essere sia esecutore che guida nella società. L’educazione, democraticamente, non sancisce in forma statica i ruoli sociali, ma dinamicamente pone il cittadino a servizio di se stesso e degli altri.