Descrizione
Il territorio, piuttosto che come «dato», può essere concettualizzato in termini «potenziali». La realtà e consistenza dello stesso rimandano, infatti, al quadro rappresentazionale di coloro che al medesimo fanno riferimento, focalizzando l’attenzione sugli aspetti che lo caratterizzano in termini di «limiti» o, viceversa, individuandone le «potenzialità». La problematica specifica, peraltro, va oltre i processi puramente cognitivi, coinvolgendo la rappresentazione del Sé, specialmente per le dimensioni che, in termini di Possible Selves, rimandano alla progettualità di vita delle persone coinvolte.
Processi formativi adeguati alle esigenze che la società del cambiamento propone e, in realtà, sempre più impone, possono risultare adeguati a superare gli approcci «funzionalisti», che concettualizzano la realtà come «dato a priori», a vantaggio di quelli di tipo «genetico», per i quali, invece, la realtà,ed il territorio come parte della medesima, è anche funzione di come ciascuno concorre a costruirla, in relazione al tipo ed all’articolazione dei quadri concettuali di cui dispone ed al significato che l’investimento sul territorio assume per la sua progettualità di vita .
I dati di ricerca, relativi a giovani disoccupati, Sindaci ed Imprenditori, confermano l’esigenza di progetti formativi adeguati a fornire competenze, soprattutto di tipo «trasversale» e riferibili al «Saper essere/Saper Fare», funzionali al superamento delle concezioni reificazioniste a vantaggio, invece, di un «pensare» e un di «sentire», il cui orizzonte progettuale piuttosto che dai limiti sia caratterizzato dalle potenzialità.