Descrizione
Il presente studio non intende offrire una rassegna delle testimonianze sul silfio di Cirene e sui suoi molteplici usi, farmacologici e culinari, argomento cui peraltro sono già stati dedicati numerosi studi che, talora per il loro carattere prevalentemente antiquario, presentano ma non spiegano, descrivono senza interpretare. La ricerca mira piuttosto a ricostruire le dinamiche socioeconomiche, gli interessi politici e le spinte ideologiche connessi all’uso di questa pianta fra Ellenismo e Tarda Antichità. A tale scopo sono state sottoposte ad accurato vaglio alcune fonti, letterarie ma anche archeologiche ed epigrafiche, troppo spesso sottovalutate o persino mai prese in considerazione, le quali permettono di “sfumare” le notizie tramandate da Strabone, Plinio e Solino, continuamente citate in molti lavori moderni ed acriticamente considerate come la prova incontrovertibile dell'”estinzione” della pianta già in età augustea.
In realtà, il silfio cirenaico, benché divenuto sempre più raro e soprattutto più caro, continuò ad essere commercializzato ancora fino al V-VI secolo d.C. e fu destinato a soddisfare le richieste di un’elite raffinata, non soltanto dedita ai piaceri della tavola ma anche talmente agiata da poter acquistare farmaci costosi per la cura di svariate e temute patologie.