Descrizione
L’instabilità matrimoniale porta con sé significati assimilati nel corso del tempo, generati da mutamenti avvenuti non solo nell’individuo, ma anche nella società nel suo insieme e nel modo di intendere il matrimonio stesso. Se fino agli anni Cinquanta, sia in Europa sia negli Stati Uniti, i tassi di separazione e divorzio erano esigui, a partire dagli anni Sessanta e Settanta cominciano ad aumentare progressivamente. Di fronte alla tendenza che vede la moglie iniziare nella maggior parte dei casi il procedimento di divorzio, diversi studiosi hanno posto un’attenzione particolare ai mutamenti del ruolo della donna nella società, alle sue aspettative, alla soddisfazione percepita in seno al rapporto di coppia, ai nuovi modelli di relazione tra i generi. Sebbene in Italia l’instabilità coniugale sia più diffusa nelle regioni centro-settentrionali che in quelle meridionali, queste ultime hanno visto negli ultimi anni una riduzione delle distanze dal resto del paese, distinguendosi inoltre per una maggiore propensione dei coniugi a separarsi attraverso l’iter contenzioso, generalmente più lungo, complesso e costoso, rispetto al procedimento consensuale. Nel Mezzogiorno è quindi maggiore la litigiosità al momento della separazione e ciò si accompagna spesso a specifici modelli conflittuali, a bassi livelli formativi, a condizioni economiche meno agiate, ad una diversa posizione economica e sociale della donna.