Descrizione
Separatismo, ruolo politico della mafia, protagonismo del movimento contadino sono i tre temi che hanno dominato fino ad oggi la storiografia dedicata alla storia della Sicilia tra il 1943 e il 1948. Meno attenzione ha ricevuto invece la dimensione urbana, che pure rappresenta un terreno assai propizio di verifica della continuità o del rinnovamento di istituzioni e società, soprattutto nell’analisi dei rapporti tra partiti politici e “Regno del Sud” prima e Italia repubblicana poi. Questo volume ricostruisce le vicende politiche e le lotte sociali di un capoluogo meridionale in una stagione breve ma intensa, che vede il passaggio dall’emergenza postbellica all’assestamento delle condizioni strutturali del sistema politico, sanzionate dalle elezioni del 1948. Occupazione alleata, drammatica situazione alimentare, inflazione, crisi del porto, disoccupazione, protesta dei profughi dalla Libia, agitazioni contadine segnano questa fase di transizione, che l’autore inserisce comunque nel più ampio contesto regionale e nazionale. Si colgono in tal modo, oltre alle peculiarità locali, gli aspetti che fanno anche di Siracusa, capoluogo alle prese con un difficile rapporto con la provincia, un esempio e un banco di prova per le trasformazioni indotte dal ritorno alla democrazia e dall’affermazione dei partiti di massa.