Descrizione
Che senso ha un discorso sull’Antiarte, qual è l’accezione di questa categoria in riferimento alle realizzazioni artistiche del Dada tedesco’ Su questa ed altre questioni si interroga lo studio Dada: lampi di pensiero fertile che esamina le peculiarità artistiche e letterarie del movimento dadaista alla luce degli sviluppi contemporanei della critica letteraria. L’ipotesi metodologica che sta alla base della ricerca, e che viene adottata come chiave di lettura prioritaria, è infatti che il Dada, negazione per antonomasia di ogni teoria e di ogni sistema onnicomprensivo, si faccia anticipatore, attraverso la sua prassi antiartistica e antiletteraria, delle teorie e degli impulsi interpretativi che saranno elaborati dalla compagine filosofica del Postmoderno. In base a questo filo conduttore vengono prese in considerazione le questioni riguardanti il concetto di Antiarte nel Dada: dall’eredità nietzscheana, alla negazione del pensiero razionale per una logica paradossale e contraddittoria, alla considerazione dell’Antiarte come esemplare e peculiare reazione vitalistica alle difficoltà dei tempi. Le opere realizzate sotto l’egida di tali coordinate artistiche anticipano l’“opera aperta”, in quanto testi in fieri, composti secondo il principio del caso e privi di ogni “aurea artistica”. La perdita dei valori artistici di bellezza e coerenza viene confermata nelle scelte linguistico-formali del Dada che sottendono significati ora inconsciamente e misticamente celati, ora palesemente e volontariamente veicolati; proprio la parola decostruita della testualità dada si conferma come l’espressione più tangibile del processo di frammentazione e di desemantizzazione della realtà, riflettendo, in tal modo, una delle caratteristiche più determinanti dell’epoca e dell’arte contemporanee.