Descrizione
Il saggio rivolge l’attenzione a due momenti decisivi per la riflessione novecentesca sull’esperienza e sul suo rapporto con la conoscenza scientifica: la ricostruzione genealogica della scienza (e della metafisica) galileiana che occupa la prima parte de La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale di Edmund Husserl e le tesi esposte da Werner Heisenberg in un importante e, in parte, sottovalutato scritto del 1942 (Ordinamento della realtà). L’obiettivo è quello di mostrare come la discontinuità formale ed epistemologica introdotta dalla meccanica quantistica nella storia della conoscenza scientifica rivelandosi strettamente connessa a una più profonda continuità (una continuità fenomenologica, come sarà definita) collochi proprio quella teoria, forse la più sofisticata e opaca tra quelle che la scienza della natura ha prodotto, nel luogo della massima prossimità all’origine della scienza moderna, al senso della conoscenza scientifico-matematica della natura.