Descrizione
Le novelle della Sorte si presentano innanzitutto come un laboratorio stilistico all’interno del quale vengono sperimentate istanze linguistiche diverse che sosterranno le fondamenta delle prove narrative più mature del’autore.
Attraverso la storia del manoscritto della Sorte, che, come si vedrà, presenta oltre ai molteplici interventi di Capuana anche interventi autonomi di De Roberto, emergono le tracce di un apprendistato stilistico durante il quale l’autore della Sorte si pone con un ruolo piuttosto attivo e originale nei confronti del ‘Maestro’, guida non sempre coerente ed efficace, ma comunque stimolante. Per Capuana e per il giovane ‘allievo’, tralasciando per il momento Verga, la problematica della lingua d’uso e della sua resa mimetica era di fondamentale importanza, e in questa chiave bisognerà osservare le tante correzioni accettate da De Roberto e riportate nell’edizione a stampa del 1887. L’esame puntuale di tutti gli interventi correttori di Capuana ai vari livelli linguistico-testuali permetterà di cogliere non solo la direzione delle prime riflessioni di De Roberto su lingua e stile, ma servirà anche a comprendere meglio i problemi espressivi che travagliavano da Nord a Sud in quegli anni la coscienza dei più avvertiti scrittori del tempo.
Analizzando il manoscritto della Sorte, si potrà osservare da vicino in che misura gli orientamenti capuaniani siano entrati a far parte del tessuto stilistico derobertiano condizionandone anche in momenti successivi l’andamento.