Descrizione
Il presente lavoro rientra in un vasto filone di ricerca, quello della medicina in età imperiale, una tematica attuale nel dibattito storiografico antichistico, date anche le sue strette connessioni con parallele e fondamentali piste d’indagine quali, ad esempio, le relazioni fra dinamiche sociali e spinte economiche o fra dimensione culturale e potere politico: ed è proprio qui, in questo delicato, e a tratti sfuggente, spazio interstiziale fra medicina e potere, che si pongono la figura e l’opera di Andromaco, originario dell’isola di Creta e archiatra dell’imperatore Nerone.
Il volume si articola in quattro capitoli. I primi tre sono dedicati rispettivamente al poema andromacheo sulla preparazione di un antiveleno polivalente di straordinaria efficacia, alle componenti farmacologiche, spesso rare e costose, necessarie per la realizzazione del “miracoloso” antidoto, alla fitta e complessa trama di interessi “politici, sociali, economici e culturali” che sottesero il testo di Andromaco ed allo stesso tempo connotarono la condotta di Nerone, sia all’interno della corte sia nei riguardi della provincia di Creta et Cyrenaica, non a caso patria dell’archiatra. Segue poi un’appendice, di taglio decisamente prosopografico, mirante invece ad evidenziare quanto profonda e radicata fosse la tradizione medica in un’isola che fra III secolo a.C. e V secolo d.C. dapprima ospitò numerosi medici illustri ed in seguito diede i natali a professionisti tanto accreditati da divenire medici di corte come lo stesso Andromaco o l’omonimo figlio, quasi certamente archiatra degli imperatori Flavii.