Descrizione
Celebrato dall’amico Vitaliano Brancati non solo come modello di limpidezza morale ma anche per le sue qualità di poeta finissimo, degno prosecutore della grande tradizione petrarchesca e leopardiana, Arcangelo Blandini continua a essere un autore di nicchia, poco noto sul piano nazionale e (paradossalmente) ancor meno nella sua stessa città. Ora questo volume, che raccoglie gli atti di una giornata di studio svoltasi il 6 dicembre 2007, intende fare il punto sulle acquisizioni raggiunte, con l’intenzione di renderle di più ampio dominio e quindi di promuovere un rinnovato fervore di analisi e ricerca. Ripartendo dal fondamentale saggio di Nino Borsellino, qui sostanzialmente si rimotivano l’interesse e l’ammirazione per la sua figura e la sua opera in termini diversi da quelli brancatiani: non la ‘virtù sconosciuta’ e la fedeltà alla tradizione, ma la meditata ‘inattualità’, criticamente fondata e vigile, risulta esserne il segno distintivo. I densi saggi di Giuseppe Savoca, Giuseppe Dolei, Rosalba Galvagno, Massimo Schilirò ci presentano un personaggio inquieto, impegnato nell’arduo tentativo di ricomporre in melodia le dissonanze del moderno. In chiusura, i commossi ricordi raccolti dai nipoti Mariela e Giacomo danno profondità di ombre alla luminosa fisionomia di un uomo che ha preferito l’esilio in provincia ai patteggiamenti con la coscienza.