Descrizione
Ancora pochi decenni fa sembrava che la questione nazionale fosse stata definitivamente seppellita sotto le macerie della seconda guerra mondiale. Tale impressione dominava nello stile di pensiero dell’ambiente intellettuale ma non nel sapere e nel sentimento comune dove l’appartenenza nazionale rimase un forte riferimento valoriale dell’identità sociale. Anche nella coscienza proletaria nonostante la profezia marxiana la quale ci avvisava che «gli operai non hanno una patria». Ne è la testimonianza il risveglio negli anni Sessanta, dei diversi movimenti indipendentisti, anticoloniali nel Terzo Mondo di chiara impronta nazionale e, oggi, il nascere e lo sviluppo dei diversi movimenti di aspirazione nazionale o nazionalista nel grembo stesso dell’Unione Europea. Assistiamo, quindi, a un paradosso che consiste nel fatto che le grandi iniziative verso una maggiore integrazione e cooperazione di diverse unità politiche, culturali e sociali sono contrapposte da un forte risveglio nazionalista che generano conflitti, spesso tragici. Znaniecki offre un approccio originale alla percezione di tale fenomeno, anche se con riferimenti per noi già lontani, da cui si evince un’affermazione che il sentimento nazionale, quindi anche la comunità nazionale in quanto comunità culturale non deve per definizione indulgere alla conflittualità con gli altri. Semplicemente perché l’appartenenza nazionale e, di conseguenza, il patriottismo, come forma di coscienza collettiva e d’identità culturale, va costruita sulla dicotomia Noi ed Altri, e non su quella Noi contro Altri , ossia su un attivistico antagonismo sociale.