Descrizione
Camminiamo sulle spalle dei giganti. Se il patrimonio culturale è il lascito delle fortunate innovazioni che il tempo ci ha donato, farne tesoro e tramandarlo è il nostro imperativo culturale. La memoria dei padri da consegnare ai figli. Se la precisa etimologia del termine “patrimonio” ci aiuta d’istinto a percepirne l’essenza, la sua estensione ed evoluzione a seconda del contesto storico e specialistico si legano alla variabilità e pluralità della cultura tessendo inesorabilmente la trama della nostra memoria, delle nostre società ed identità. Per assicurarne la “continuità”, garantirne il lascito, occorre far rivivere gli oggetti, i beni, nel territorio, “reinserendoli socialmente” attraverso nuove vesti e antichi riferimenti. I sistemi culturali locali non possono non fondarsi su strategie di sviluppo imperniate sulla dimensione culturale partecipata. Un coinvolgimento che rafforza il vincolo di appartenenza alla comunità locale e consente la “riemersione” di un patrimonio fatto non soltanto di luoghi, ma di persone, saperi e competenze che legano e “animano” il territorio. Per questo il patrimonio non è soltanto quello storico e fisico consolidato ma attraversa le frontiere ed entra nel mondo immateriale e spirituale passando dal monumento all’area edilizia, metropolitana per calarsi nel territorio, nel paesaggio culturale. Far affiorare un paesaggio interdisciplinare e complesso è la ragione di questo lavoro che nasce dal confronto e dalle sinergie innescate dal lavoro sul campo e che, preservandone l’essenza, vuole far proseguire un cammino verso una migliore definizione, un più fitto tratteggio del nostro patrimonio, delle nostre radici. Lo specchio della nostra umanità.