Descrizione
“La Grammatica è conoscenza empirica delle cose dette per lo più da poeti e prosatori” così inizia il manuale di fonetica e morfologia greca giunto sotto il nome di Dionisio Trace (ca. 170-90 a.C.). Esso ha sempre posto alla critica problemi di attribuzione: la tradizione indiretta conosce infatti per Dionisio teorie in parte diverse da quelle presenti nel testo pervenuto e più vicine allo stoicismo.
Alla traduzione italiana (la prima completa) segue un commento, che propone il confronto con le fonti letterarie greche, con i commenti antichi, con i papiri grammaticali e la tradizione latina. Piuttosto che affrontare la vexata quaestio dell’autenticità , lo studio dei venti capitoli dell’Ars tenta di operare una distinzione tra i precetti ivi esposti e la figura di Dionisio Trace in quanto personaggio storico. Indipendentemente dal fatto che egli sia stato autore di scritti grammaticali, piace credere che il manuale possa essere esaminato non per ricostruire ciò che realmente Dionisio scrisse, né in quanto testimone delle conoscenze in fatto di lingua diffuse alla scuola di Aristarco, ma piuttosto come documento storico dell’evoluzione delle teorie grammaticali tra III sec. a.C. e II d.C. circa, cinque secoli durante i quali la grammatica intesa come “arte” vide la luce, “inventa” le proprie categorie, in virtù del suo essere ormai una téchne iniziò a essere insegnabile e insegnata, entrò a far parte del percorso di formazione dei giovani greci e romani e, con il passare del tempo, venne affermando sempre più il carattere normativo che possiede ancora oggi.