Descrizione
La raccolta di saggi tenta una riproposizione diacronica di un processo storico-politico che implica mutamenti dai quali molti intellettuali di tradizione e di cultura laica (soprattutto liberale e socialista) inferiscono diagnosi sulla “modernità” italiana. Questo si svolge entro un arco temporale da cui emerge gradualmente l’elaborazione della democrazia politica nonché lo studio – anche sociologico – delle ambiguità nascoste nella società civile, intesa come “sede deliberante”. L’analisi del processo impone la rinuncia a praticare aspirazioni definitorie sui termini di “modernità” e/o “modernizzazione”, congelando queste ultime nel filone di pensiero esaminato. Propone, invece, un riesame più attento di alcune di quelle cause che possono generare un “dialogo permanente” nello stato della laicità italiana e particolarmente, quando esse stesse gravano sulla formazione degli storici e sulla “storiografia ufficiale” antisociologica.
Non è escluso che proprio dal ripensamento dei rapporti dialettici degli intellettuali laici con una cultura storica avversa e ancora diffusa a più livelli nelle sfere del sociale, possa emergere un profilo più realistico su quel mancato coinvolgimento delle “forze popolari” che – oggi come ieri – svela in Italia un panorama dicotomico (democrazia giuridico-formale e statale separata da una sorta di “liberalismo inconsapevole” professato dalla società civile).