Descrizione
Le analisi sociologiche sviluppate negli ultimi anni mettono in luce che il cambiamento imposto ai luoghi dell’educazione, nonché il suo ritmo accelerato, sta esercitando notevoli tensioni sui valori, sulle pratiche e sui protagonisti dell’educazione, producendo incertezze ed ambiguità riguardo ai punti di riferimento per l’azione educativa e ai limiti/potenzialità dei contesti di apprendimento. La prospettiva della società della conoscenza, inoltre, condivisa da molti decision maker nel campo della formazione degli educatori, sembra tradursi, in tal senso, in una difficoltà generalizzata nel mettere insieme gli elementi costitutivi dei processi di istruzione e di formazione, ora diffusi tra una pluralità di agenzie di socializzazione, ora dispersi lungo i cicli di vita degli attori sociali.
La Sezione di Sociologia dell’educazione dell’AIS – Associazione Italiana di sociologia, attiva da decenni nella riflessione sui contesti sociali dell’educazione, ha richiamato i ricercatori del settore intorno ad alcune questioni chiave relative al cambiamento oggi. Una serie di incontri seminariali, organizzati nel 2004, ha fatto da sfondo alla presentazione degli interventi presentati in questo volume. Le questioni in agenda, affrontate dai partecipanti, sono di carattere sia teorico, sia empirico, sia infine metodologico. Il volume raccoglie i contributi dei sociologi italiani impegnati attraverso indagini sul campo a “misurare” e “interpretare” il mutamento. Gli interventi sono suddivisi in tre sezioni, che corrispondono ai diversi campi di analisi proposti dal titolo del saggio (Valori, pratiche, attori dell’educazione). Nel complesso, emergono problematiche diverse: innanzitutto la difficoltà a considerare i valori fondativi dell’educazione come modelli chiari e condivisi, a causa della pluralizzazione dei sistemi di senso e della contraddizione latente tra le filosofie ispiratrici e le prassi concrete, sia a livello strutturale sia a livello individuale. Inoltre, il lento diffondersi della cultura della valutazione come momento integrante dell’educazione e della sua legittimazione sociale, ancora una volta per la resistenza dei soggetti e la scarsità di indicatori affidabili che lasciano sempre “in ombra” settori importanti dell’esperienza educativa. Infine la crisi delle definizioni tradizionali dei ruoli scolastici e l’affannosa ricerca di nuove etichette, rappresentazioni, linguaggi per “comunicare” nel mondo dell’istruzione.
Se è vero che molti sono i problemi, numerose sono altresì le esperienze che tentano di risolverli; la lettura analitica svolta dai sociologi dell’educazione, per quanto non esaustiva, esplora possibilità e potenzialità, tanto nelle nuove teorie del soggetto, quanto nei nuovi strumenti di indagine che permettono una visione sempre meno settoriale e sempre più profonda. Si tratteggia, infatti, anche il “volto buono” della scuola oggi, quello fatto di capacità di adattamento; di volontà innovativa; di attitudine a conservare sempre, di fronte al mutamento, una certa indispensabile “eredità” per funzionare e perseguire i propri obiettivi soprattutto in considerazione del fatto che l’educazione è un bene pubblico e come tale sostiene l’idea di una cittadinanza universale. Valori, pratiche e attori dell’educazione si intrecciano e si definiscono reciprocamente sempre più nel loro farsi quotidiano e sempre meno nelle retoriche istituzionali: ne è una prova l’importanza assunta, nell’analisi sociologiche qui presentate, dalla dimensione informale dei contesti socio-educativi. Si fa avanti, con la crescita della cultura dell’autonomia e delle pratiche valutative, un processo di de-istituzionalizzazione che può avere conseguenze importanti – ma anche ambivalenti – sui soggetti e sui risultati della formazione.
Scritti di:
A.R. Calabrò, C. Catarsi, M. Colombo, C. Colucci, F. della Ratta-Rinaldi, C. de Francesco, A. Gallina, G. Gasperoni, A.M. Maccarini, M. Piscopo, L. Speranza, P. Trivellato.