Descrizione
“Un’ondata di calore pervade la mia carne”, il ricordo di quel bacio infuocato in lacrime”: appena in un paio di battute si esprime l’essenza della tragedia.
L’antico mito di Fedra, riletto e riscritto con successo dallo scrittore basco Miguel de Unamuno, viene riproposto nella traduzione di Raffaella Valenti che ha cercato il più possibile di avvicinarsi al testo d’origine affinché, secondo lo spirito unamuniano, si possano«udire i ruggiti di un’irresistibile fatidica passione», senza farsi distrarre da fattori esterni al dramma. Allora è d’obbligo il ricorso al laconismo spettacolare. Un lenzuolo bianco apre la scena sulla terribile nemesi dell’amore negato. Fedra grida dal profondo del suo io l’insana e fatidica passione per il figliastro Ippolito che, inesorabilmente, la condurrà alla morte.