Descrizione
Con il tramonto delle ideologie sistematiche totalizzanti attive nel «lungo Novecento» è ritornata ad affermarsi una prospettiva, di ricerca e di azione, centrata sul valore dell’individualità personale. La persona è ritornata, insieme alla riflessione etico-antropologica, sulla scena filosofica. La caduta delle totalità senza contropartite di infinità ha comportato che l’ambito antropologico della persona, senza più orizzonti di senso, non riesce più a trovare riferimenti ontologici. Si è così riaperto nel panorama filosofico il grande problema della ri-strutturazione filosofica della persona. La tematica del sé e dell’alterità, la questione dell’ipseità, l’approccio semantico, narrativo ed etico all’identità personale sono così diventati il campo di indagine e di ricerca nel quale si trovano a contendere da un lato l’antropologia personalista ed ermeneutica e dall’altro la filosofia analitica e l’epistemologia della scienza. Al centro, però, resta sempre l’uomo come ipseità, esistenza in grado di dare consistenza d’essere all’intenzione e all’atto del pensare personale. La persona ed i suoi atti sono, infatti, la risposta all’esigenza di valore che è nell’Essere. Per questo la fedeltà autentica non è pura identità o semplice ripetizione ma è «apertura» all’Alterità verso la destinale verità. La persona nella proporzione di sé a sé è tensione all’Essere, ed è questa la proprietà ontologica della persona messa in evidenza da un’antropologia filosofica dell’esistenza e della riflessione a cui il volume è legato in una dinamica circolarità ermeneutica.