Descrizione
Frutto di una lunga ricerca archivistica e documentaria, il libro si muove attraverso due binari paralleli – la città e l’università – che s’incontrano, intersecandosi, nel complesso processo di formazione dei ceti dirigenti che animano il denso reticolato del potere urbano. Aule universitarie e sale consiliari accolgono nei loro scranni spesso i medesimi personaggi, soggetti intrisi di scienza e di politica che, particolarmente nella trancia cronologica all’interno della quale si snoda il volume – XVIII e XIX secolo – recitano da protagonisti sul variegato palcoscenico cittadino. E sono i componenti del ceto professionale, soprattutto, a rubare la scena alla “primadonna” per eccellenza e per tradizione, quella classe aristocratica che, tuttavia, resterà ancora a lungo salda al potere, forte del censo più che del titolo.
Tra la maglie di questo articolato scenario societario, la corporazione medica – sulla quale si è scelto di puntare l’attenzione – vive una svolta epocale proprio in quel passaggio di secolo: i bistrattati medici di coltello mutano lentamente la loro denominazione in chirurghi, accompagnando a questo cambiamento nominativo una ben più significativa riabilitazione sociale, che assumerà contorni vividi anche in campo politico. Il coevo processo risorgimentale, poi, fungerà da ulteriore cornice e da tassello imprescindibile per comprendere a tutto tondo un’evoluzione politico-sociale che, benché turbata da decise forme di resistenza, avrebbe generato forti – e definitive – tensioni innovatrici.