Descrizione
Il 20 dicembre 1892 il deputato Napoleone Colajanni rese noto in parlamento i risultati dell’inchiesta condotta dal senatore Alvisi su alcune operazioni finanziarie poco chiare effettuate dalla Banca Romana, aprendo così la strada ad uno dei più clamorosi scandali del secolo XIX. L’istituto di credito era uno dei sei autorizzati ad emettere moneta in Italia. Tutto scaturisce dalla speculazione edilizia sorta a Roma, causa di una serie di investimenti fallimentari che erano stati effettuati dalla banca. A quel punto per coprire le perdite, l’istituto non solo iniziò a emettere nuova moneta senza autorizzazione, ma arrivò addirittura a stampare duplicati di biglietti con lo stesso numero di serie, in modo da raddoppiare, senza darlo a vedere, l’emissione di denaro in circolazione. Nel 1889 il ministro Miceli, dispose un’indagine ispettiva. Fu riscontrato un disavanzo di nove milioni di lire, reintegrato tuttavia il giorno successivo. Emersero gravi malefatte del sistema bancario di allora, ma Giolitti e Crispi riuscirono ad insabbiare il tutto adducendo, fra l’altro, preoccupazioni per ricadute dell’intero sistema creditizio e per un ipotetico interesse del Paese. Nel 1892 i risultati dell’inchiesta vennero fuori e nel gennaio del 1893 scattarono i primi arresti eccellenti. Il polverone sollevato da quel terribile scandalo, investì in pieno il mondo della politica e dei suoi rappresentanti più in vista, come gli stessi Crispi e Giolitti. Tanlongo, presidente in carica della banca, venne arrestato, insieme al direttore del Banco di Napoli. Tuttavia dal processo che ne seguì, non emersero prove significative, con l’esito finale dell’assoluzione di tutti gli imputati. Il presente lavoro riporta integralmente l’intervento di Colajanni in parlamento, che diede inizio a quel clamoroso scandalo, i cui segreti non furono mai svelati del tutto, per il coinvolgimento di nomi troppo in vista della politica del tempo.