Descrizione
Il popolo ebraico è sopravvissuto per oltre 3000 anni, mantenendo una propria identità culturale. A differenza di altri popoli come il cinese e il giapponese, che hanno mantenuto una propria identità non solo culturale ma anche territoriale per periodi di tempo altrettanto lunghi, il popolo ebraico ha trascorso oltre i due terzi della sua esistenza lontano dalla terra di origine, la Palestina. La capacità di sopravvivenza in culture e ambienti molto differenti da quelli di origine è spesso chiamato il “miracolo degli ebrei”.
Obiettivo di questo lavoro è esaminare i fattori che hanno influito su tale miracolo. La nostra ipotesi è che una serie di aspetti che hanno caratterizzato la storia del popolo ebraico, come la loro persistenza in alcune nazioni e la loro scomparsa in altre, la dinamica demografica, la struttura occupazionale e l’antisemitismo, sono il risultato della interrelazione fra le caratteristiche culturali della minoranza ebraica ed i fattori legati all’ambiente esterno. Fra quest’ultimi, particolarmente importanti sono la cultura delle popolazioni ospitanti, le politiche di discriminazione ed il grado di sviluppo economico dei vari paesi. E’ di grande rilevanza per la nostra analisi l’utilizzo di dati quantitativi relativi all’evoluzione demografica della popolazione ebraica rispetto al resto delle popolazioni delle aree ove gli ebrei erano localizzati.
Il nostro lavoro cerca di mostrare che non vi è nulla di miracoloso nella persistenza della minoranza ebraica. Essa si è sviluppata ed ha svolto funzioni rilevanti dove le condizioni ambientali sono state più favorevoli; è scomparsa, anche solo per assimilazione, dove le condizioni ambientali non sono state vantaggiose, mentre altre volte è sopravvissuta, rimanendo una delle tante minoranze esistenti, anche se con scarsa rilevanza.