Descrizione
Gli studi dedicati al teatro musicale di Gian Francesco Malipiero hanno prestato molta attenzione alla produzione che si colloca tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, anni in cui egli seppe definire una precisa idea di teatro e una personale visione drammaturgica. Nonostante la sua produzione drammatica sia stata ininterrotta nell’arco della parabola artistica, le ultime opere di Malipiero non hanno goduto di grande attenzione da parte della critica, probabilmente per la loro distanza dalle posizioni manifestate negli stessi anni dai giovani compositori emergenti nell’ambito dell’avanguardia post-weberniana e contrassegnate da una radicale rottura rispetto alla tradizione operistica. Tuttavia, sin dalle prime opere, Malipiero ha anticipato intuizioni che verranno pienamente sviluppate dalle nuove generazioni, come la struttura discontinua della narrazione che procede per ‘pannelli’ giustapposti e che dà luogo a una ‘disgregazione’ del ‘testo’ teatrale comunque ricomposta dalla presenza ‘estetica’ del compositore, demiurgo la cui ‘impronta’ si fa più evidente proprio negli ultimi lavori.