Descrizione
Con l’intento di ricostruire l’apporto dei sindaci alla storia nazionale, il volume si incentra sul profilo politico di Giuseppe De Felice Giuffrida, che occupa la vita amministrativa di Catania tra la fine dell’Ottocento e i primi venti anni del Novecento. Sfuggendo alla tentazione di mitizzare questa figura, l’autore indaga sui conflitti politici e sociali e sui tentativi di modernizzazione della città etnea. Tramite l’utilizzo della documentazione dell’Archivio centrale dello Stato di Roma, delle carte Codronchi (Biblioteca comunale di Imola) e del fondo prefettura di Catania, ricostruisce l’impegno istituzionale del ‘vicerè’ socialista, come definiva De Felice Anna Kuliscioff, e lo inserisce all’interno delle vicende politiche nazionali.
Convinto sostenitore della modernizzazione della città etnea, De Felice, divenuto sindaco, elabora un progetto ambizioso di sviluppo che punta sul ruolo attivo del Comune e sulla partecipazione democratica. Secondo l’autore, tra il progetto e la sua esecuzione esiste un forte scarto, che deriva dalle difficoltà oggettive strettamente legate ai vincoli della finanza locale e alla fine della congiuntura economica positiva dell’età giolittiana. Tuttavia, De Felice, prendendo atto della nascita dei nuovi movimenti di massa alla fine della prima guerra mondiale, propone il suo programma e lo aggiorna coniugando lo sviluppo della città con l’eliminazione del latifondo e con la modernizzazione delle campagne. La sua prematura morte e poi il fascismo interromperanno la realizzazione di questi progetti.