Descrizione
All’inteno del Satyricon Petronio il grande affresco noto come Cena Trimalchionis concentra in spazio delimitato e racchiuso – scena fatta di parole – un campionario spettacolare di prim’ordine. In tale spazio prendono vita le differenze socio-culturali dei commensali: da un lato il padrone di casa e i colliberti, fieri delle proprie ascese sociali e detentori di ricchezze esibite e ostentate con dubbio gusto; dall’altro gli scholastici – un maestro di retorica e i suoi due scolari -, detentori della scienza del linguaggio pubblico, narratori e spettatori interni della Cena. Ben calibrati e sapientemente intercalati, i dislivelli tra i due gruppi danno vita a esiti molteplici: sguardo ammirato dell’intellettualità di fronte al sorprendente ed eccessivo spettacolo della grande bouffe; liberi conversari dei liberti e afasia degli scholastici, incapaci di far fronte ai toni umorali e sanguigni di linguaggi popolari; tensione tra i nuovi ricchi e i signori della parola, a tutto svantaggio di questi ultimi; caleidoscopico e composito universo in cui si mescolano tradizioni letterarie e imbarazzanti necessità fisiologiche, raffinatezze gastronomiche e compiaciute carenze di bon ton, sapide narrazioni e vitalismo verbale, il tutto condito da una piccola babele di espressività allotrie e da intriganti commistioni tra prosa e poesia.
Il testo dei capitoli della Cena è qui offerto in nuova edizione, col corredo di versione italiana e di non sommario commento. Certo, di Petronio è il più moderno e anticlassico degli autori antichi e non mancano edizioni e versioni in tutte le lingue moderne; tuttavia, dal tempo delle opere di Amedo Maiuri (1945) e di Enzo V. Marmorale (1947, 19612) mancava da noi un commento che tenesse conto della trasmissione testuale e degli studi infiniti che si sono accumulati negli anni – come si suol dire in casi del genere, la bibliografia è sterminata – e si misurasse con i progressi e i problemi dell’esegesi petroniana.