Descrizione
Che cosa è la lobby? Sempre di più nel lessico giornalistico e politico è impiegata questa espressione. Il termine è utilizzato per agitare fantasmi di poteri occulti, torbidi intrecci di interessi difesi a colpi di pesanti pressioni e di indebite ingerenze nell’attività delle istituzioni. La lobby si associa alle tangenti, alla corruzione di politici, di uomini di governo e della pubblica amministrazione, ma anche alla difesa indiscriminata di corporazioni e interessi di nicchia. Ma in realtà questa definizione ambigua nasce dal senso comune. Perché la lobby, nella sua accezione politologica, indica una tecnica o forma legittima di partecipazione in democrazia di interessi più o meno particolari. Ed è antitetica alla corruzione. Della lobby in Italia si è parlato sempre con venature moralistiche e spirito di condanna. Ma l’argomento meno trattato nei saggi scientifici pubblicati in Italia, è proprio lo studio sui gruppi di pressione. A confronto con la letteratura giuridica e politologica americana, da noi l’argomento non ha suscitato interesse scientifico, se non solo di recente. Eppure una sua comprensione è cruciale per il funzionamento di un sistema politico liberale. Il governo, non è altro che una forma attraverso la quale gli svariati interessi dei singoli e dei gruppi sociali si esprimono, si confrontano, si bilanciano e si elidono per dar vita all’interesse generale. In questo saggio si svolge una analisi del fenomeno complessivo nel contesto politico italiano, rimarcandone le differenze e le peculiarità fra il sistema della Prima Repubblica e quello della Seconda. Il fine è quello di comprenderne le pratiche e le tecniche operative utilizzate nei rapporti con la politica e la burocrazia, con particolare attenzione al livello territoriale e locale. La crisi dei partiti e della politica in Italia, ci spinge a capire la lobby per potere anche essere immuni alla lobby.