Descrizione
La moda come espressione del costume, del gusto estetico e dei modelli d’interazione coniuga normalità e singolarità, imitazione e differenziazione, tradizione e innovazione. Essa è e rimane uno dei concetti sociologici più complessi, ma utilmente innovativi nella sua definizione scientifica, perché assolve l’esigenza di rispondere ad alcuni interrogativi sul comportamento umano e sulle scelte di azione sociale individuale e collettiva in più ambiti: sociale, culturale ed economico. Sorprende come la consapevolezza di tali considerazioni, oggi patrimonio acquisito del sapere sociologico, siano contenute ne La moda di Fausto Squillace, benemerito epigono della scienza sociologica nell’Italia Meridionale del primo Novecento. Infatti, i veloci e profondi mutamenti che caratterizzano il panorama europeo di fine XIX secolo avevano messo in evidenza più che in altri periodi il carattere generale e diffuso di alcuni fenomeni che interessano la società. Squillace ha l’indubbio merito di importare nella letteratura sociologica italiana il pensiero di Simmel, Spencer e Tarde, corredandolo delle proprie stime e riflessioni fortemente influenzate dalla realtà intellettuale ed artistica italiana. A quasi cento anni dalla prima edizione di quest’opera, riscoprire e considerare lo studio del pensiero di Squillace contribuisce a gettare un cono di luce su quelle premesse disciplinari ed accademiche che dal contesto italiano a cavallo tra XVIII e XIX secolo hanno per lungo tempo giustificato un pre-giudizio negativo ed obliatore verso la disciplina sociologica e che ora, al contrario, ne alimentano un rinnovato interesse verso le origini nazionali.