Descrizione
L’autore ha tracciato un quadro della tradizione della ragione nel secondo Novecento italiano, rappresentata da filosofi e da orientamenti, come il neopositivismo, che hanno fatto della razionalità il centro delle loro indagini; un particolare rilievo hanno assunto i confronti fra diversi modelli di ragione, come quelli fra il pensatore cattolico Marino Gentile e il razionalista Ludovico Geymonat, fra il filosofo analitico Ferruccio Rossi-Landi e il marxista Lucio Lombardo-Radice. Lo sfondo delle analisi di filosofi noti e meno noti è costituito dal rapporto fra scienza e filosofia, ove si riscontrano posizioni diverse e spesso conflittuali fra scienziati, come Giuseppe Peano o Guido Fubini, che si rifiutano di affrontare le tematiche filosofiche emergenti dalla logica e dalla matematica, e filosofi che elevano una barriera tra i due campi del sapere. In conclusione, questa tradizione ha avuto un posto rilevante nella nostra cultura, in relazione allo scarso interesse suscitato dall’empirismo. Pertanto tale tradizione, dopo l’eclissi di orientamenti critici o avversi alla ragione, può utilmente essere ripresa e approfondita di fronte alle sfide culturali e filosofiche imposte in questo Millennio da una situazione globale del tutto nuova.