Descrizione
In questo lavoro ci si occupa della donna omosessuale che mette in crisi il “modello unico” della vita sessuale e affettiva ribadito dalla religione e dallo Stato nell’istituzionalizzazione del matrimonio e della famiglia. Naturalmente non si tratta qui di affermare un modello “alternativo” a quello eterosessuale, ma di affermare l’importanza di una riflessione ancora necessaria sul riconoscimento di legittimità di un’altra figura della sessualità femminile. In queste pagine si cerca di ricostruire le radici e le rappresentazioni dell’identità lesbica attraverso la storia, le teorie e la letteratura. Il lesbismo è passato dall’essere considerato un peccato, poi un reato, una malattia, una minaccia contro lo Stato e, infine, il luogo di formulazioni teoriche, di richieste di riconoscimento e di diritti civili. Partendo dalla definizione di sesso e di genere e dal rapporto che lega sessualità e potere, vengono esposte le teorie femministe che teorizzano una soggettività lesbica e che si pongono contro l’istituzionalizzazione dell’eterosessualità come modello unico, fino ad arrivare alle più recenti formulazioni della teoria queer.
Ritenendo che la letteratura lesbica possa svolgere una funzione di educazione e di conoscenza sia per la lettrice omosessuale, che nel testo si può riconoscere, sia per il “lettore comune” che può venire in contatto con la rappresentazione di una soggettività altra, vengono analizzati alcuni romanzi. Prendendo spunto dalle definizioni che di tale genere di narrativa ne danno studiosi e scrittori, si è cercato di creare un altro modello definitorio di letteratura lesbica che ruota intorno alle categorie del “racconto della soggettività” e del “racconto del desiderio e della sessualità”. Quindi si è applicato tale modello all’analisi dei romanzi per verificarne la pertinenza, facendo anche un’operazione di contestualizzazione socio-storica dell’immagine del soggetto lesbico. In conclusione si discute per grandi linee del caso italiano.