Descrizione
Gli studiosi più giovani che affettuosamente dedicano i loro studi a chi ritengono un loro maestro sono gli stessi cui Antonio Di Grado consegna un’idea della letteratura come sfida e tormentosa responsabilità, della ricerca come serbatoio di curiosità e congetture. Nel segno dell’irrequietezza ermeneutica che ha contraddistinto i suoi primi quarant’anni di docenza, sono qui raccolti contributi su autori e temi da lui pedinati nel tempo e diventati, per i suoi allievi, occasioni di ulteriori sondaggi, nella comune fedeltà all’idea che i maestri non si scelgono, ma lievitano dentro e, come gli scrittori di cui parlava Gesualdo Bufalino, sono colombi viaggiatori che portano sotto l’ala un messaggio che ignorano.