Descrizione
Partendo da una riflessione sul ruolo della storia nel pensiero contemporaneo, Carl E. Schorske traccia un ampio affresco dell’apporto da essa fornito nello sviluppo delle culture europee moderne.
Se all’inizio dell’Ottocento ancora fortemente radicata era in Europa la convinzione che lo sguardo al passato potesse costituire una valida guida nell’affrontare le incertezze del presente e guardare con fiducia al futuro, alle soglie del Novecento il ricorso alla storia non è più di alcun conforto all’uomo. Tale trasformazione viene esemplificata attraverso l’analisi delle teorie sullo spazio urbano: muovendo da Voltaire, che nel progresso legge ancora un cammino verso il perfezionamento della civiltà, Schorske approda infine a una Vienna in preda a conflitti generazionali, pessimismo sociale e dilagante angoscia esistenziale. È la Vienna che per divenire culla del pensiero moderno ha rotto con la storia, la Vienna della febbrile edificazione della Ringstrasse, la Vienna di Klimt e della rivoluzione artistica della Secession, di Freud e della deflagrante scoperta dell’inconscio, delle nuove frontiere della musica dodecafonica.
L’approccio interdisciplinare alla base delle considerazioni di Schorske e lo stile agile e brioso che ne caratterizza l’esposizione, fanno di questo saggio un testo di estremo interesse anche per i non addetti ai lavori.