Descrizione
La qualità dei climi relazionali nei contesti organizzativi si rivela sempre più come la leva strategica su cui puntare per raggiungere obiettivi di successo. Nelle organizzazioni di servizio e ad alta implicazione emozionale, sostanzialmente caratterizzate dall’intersoggettività, dal fatto che le relazioni umane costituiscono sia lo «strumento» elettivo sia l’«oggetto» sul quale si interviene, nonché dalla difficoltà di ottenere risultati visibilmente tangibili, la qualità dei climi relazionali può concorrere fortemente alle capacità di investire le proprie emozioni senza subirle, di reagire in maniera positivo-propositiva alle situazioni di insuccesso, di percepire i colleghi (al di là dello status professionale) in termini di risorsa, cui fare ricorso per riconsiderare insieme le questioni difficili, piuttosto che come “limite”, fonte di critiche distruttive per il proprio operato.
L’intervento sulla formazione del personale costituisce la via maestra per risolvere (o comunque) limitare sia i fenomeni di burn-out (vera e propria “erosione dell’anima”, secondo Cristina Maslach) sia per incidere positivamente sulla qualità della vita degli operatori, sulla qualità della loro professionalità e sul tipo di obiettivi, complessivamente perseguibili.
Gli interventi formativi che coinvolgono le soggettività e le relazioni intersoggettive, però, come la riflessione epistemologica indica, possono essere solamente “pro-posti” e non imposti. L’offerta di occasioni esperienziali progressivamente focalizzate sulle dinamiche specifiche che attraversano le relazioni interpersonali e di gruppo, ed ispirate alla ricerca-intervento come strumento di monitoraggio, può costituire una risposta adeguata alle esigenze di acclimatazione alle metodiche ed agli obiettivi della formazione in tal senso considerata.