Descrizione
Gli scritti raccolti in questo volume si propongono di attraversare, lungo un arco temporale più che trentennale (1881-1916), il progetto filosofico di Roberto Ardigò di dar luogo ad un nuovo modello di filosofia, capace di dialogare attivamente con i risultati delle scienze particolari e di avere, al contempo, una funzione euristico-regolativa del concetto di scienza. Tenendo ben distinti di due campi, e rimarcando gli errori compiuti dall’idealismo e dal razionalismo, Ardigò assume una posizione particolare anche nell’ambito del positivismo europeo, riformando non poco le posizioni di Spencer e di Comte. I saggi qui riproposti – non più pubblicati da più di cento anni – permettono di apprezzare non solo il percorso ricostruttivo della filosofia scientifica di Ardigò, ma anche l’attenzione riservata ad una molteplicità di problemi che di fatto costituiscono il fuoco attorno a cui si è dispiegato in ambito europeo – tra ’800 e ’900 – il progetto di una “filosofia scientifica”, la cui estensione semantica va ben oltre la tradizionale “filosofia positiva”. Solo in questo contesto, infatti, può essere più opportunamente collocata la figura del maggiore dei positivisti italiani, in modo da cogliere – al di là di impossibili e improponibili riattualizzazioni – la fitte trame che collegano il suo pensiero ad un contesto non limitato alla provincia italiana, ma ricco di aspettative, esigenze e propositi che hanno caratterizzato figure di primo piano del pensiero occidentale che si sono riconosciute nell’ambito della filosofia scientifca. Negli scritti qui presentati è possibile cogliere a tutto tondo buona parte delle esigenze metodologiche e critiche che stanno alla base di un rapporto tra filosofia e scienza che eviti il riassorbimento e l’estinzione dell’una nell’altra, o a favore della filosofia (come fatto in Italia dall’idealismo di Gentile) o a favore della scienza (secondo lo scientismo più duro).