Descrizione
L’atteggiamento mentale che la cultura e l’immaginario medievale avevano elaborato sul fragilis sexus è ricostruito rintracciando nelle fonti i presupposti del giudizio fortemente negativo espresso dalle autorità ecclesiastiche e civili col sostegno delle teorie filosofiche e scientifiche di derivazione aristotelica. L’indagine ripercorre le vicende del corpo femminile nella società medievale e tende a recuperare il ruolo ad esso assegnato nell’esercizio della sessualità, la valenza della “custodia” maschile e le condanne dottrinali e morali che hanno accompagnato i tentativi femminili di riscattare, attraverso le cure estetica e lo sfarzo dell’abbigliamento, la marginalità in cui la cultura misogina del tempo intendeva in genere collocare la donna.