Descrizione
Fare storia, raccontare la storia, è come predisporre la memoria, è come preparare un raccolto, un granaio per l’attuale durissimo inverno dello spirito.
Ora siamo in un tempo nel quale ci rechiamo presso internet point o macdonalds, luoghi senza storia e senza memoria, oggi è tutto un passare da un “inserire la chiavetta a un “credito residuo” a un “selezionare il codice”, dal cappuccino – erogazione conclusa, ritirare la bevanda – ai biglietti del treno presso il distributore automatico, dai soldi al bancomat al telepass dei caselli autostradali, sino a potersi confidare on line con un sacerdote anche a chiese chiuse. E il sabato tutti incolonnati nelle auto sulle autostrade per andare ai centri commerciali, dove abbiamo persino imparato a far da cassieri di noi stessi, e dove la carta di credito ha soppiantato la carta d’identità.
Ecco perché ho voluto volgere lo sguardo verso i viaggi, quelli materiali e quelli dell’anima, marcando la sfida alla modernità, a cui non possiamo non rispondere perché ne va del nostro futuro, cercando di raccontare un viaggio materiale e allegorico per ascoltare le risposte di un passato che va consolidato e per cogliere le prospettive di un’alba nuova.
In realtà in questo testo vi è un viaggio per capire meglio noi stessi, un viaggio per andare alla scoperta della propria anima, un viaggio per recuperare frammenti di vita altrimenti perduti, un viaggio per risvegliare il dubbio, un viaggio come gestazione introspettiva, come gravidanza spirituale, un viaggio per tentare di rompere ciò che divide gli uomini, un viaggio per scoprire il bene in ogni fede, un viaggio per puntare al futuro con un cuore antico.