Risultato della ricerca
ROSARIO RACITI
Docente, appassionato e convinto del suo ruolo di educatore, ha lasciato una traccia notevole nella formazione dei suoi alunni, oggi sparsi in ogni parte d’Italia, ormai adulti, che ricorderanno la sua magistrale lezione sia nell’interpretazione dei fatti storici che del pensiero filosofico. La sua figura di docente si colloca perfettamente nel continuum della storia dell’educazione condotta dal "Gulli e Pennisi" nella seconda metà del Novecento. Egli giunse nel nostro Liceo, proveniente dal Liceo "Michele Amari" di Giarre, e dopo una lunga permanenza nelle scuole di Foggia, proprio negli anni in cui il “Gulli e Pennisi” si apprestava a recepire, in tutta la loro veemente forza, le tensioni del ’68 che qui ad Acireale non furono né deboli né inespresse. Il problema era quello non tanto di contrastarle, creando disagi e contrapposizioni, quanto piuttosto di recepirle, fin al punto in cui potessero essere recepite, in un clima di dialogo e di collaborazione. In quella circostanza il "Gulli e Pennisi" interpretò fino in fondo il suo ruolo originario di scuola laica, aperta con libertà alle suggestioni del mondo ed alle provocazioni culturali. Non volle essere una scuola «asettica», nell’accezione dell’aggettivo che stigmatizzava allora qualunque forma di cultura che schivava sdegnosamente l’impegno. E neppure una scuola «consolatoria». Volle essere una scuola immersa nel tempo, e desiderosa anch’essa di dire la sua, senza imposizioni calate dall’alto. In questa prospettiva scolastica Rosario Raciti, da docente di filosofia e di storia, diede un valido contributo al raggiungimento degli scopi che, in tal senso, il Collegio dei Docenti si era dato. Era, il prof. Raciti, un uomo di sinistra. Ma di una sinistra dialogante e non precettiva. I suoi studi e la sua formazione filosofica lo indirizzavano al colloquio, alle provocazioni culturali, alla ricerca comune insieme all’intera classe. Il Liceo si apriva alla città ed il prof. Raciti era in prima linea nello stabilire questo dialogo costruttivo con la città. Negli anni in cui il più prestigioso dei collegi, quello gestito da Padri Gesuiti, chiudeva i propri cancelli perché si considerava inadeguato ad accettare la sfida dei tempi, il "Gulli e Pennisi" riformava il suo statuto d’insegnamento e, senza tradire la sua missione originaria, esprimeva al meglio tutte le sue potenzialità. Dobbiamo essere grati al prof. Raciti perché non volle mai tirarsi indietro da questa sfida; anzi accogliendola, egli assieme al preside Rizzo, al Prof. Cortellese, al prof. Lavore (per citare quelli che non sono più tra noi), venne fuori il fil rouge che tiene insieme gran parte della storia di questa scuola acese. Il socialismo dal volto umano fu la base del suo insegnamento. Si interessò della “questione meridionale”, e su questo argomento ci ha lasciato qualche pubblicazione (Bonanno Editore). Prima di stendere queste brevi note in memoria di Saro Raciti, ho voluto leggere il suo “intervento” sul primo numero di «Zetesis» (la rivista del Gulli e Pennisi), Catania Cuecm , 1887, dal titolo, provocatore, La nuova storia, Historia magistra vitae o vita magistra historiae?. Non è questa la sede per riprendere i ragionamenti e le discussioni dell’Autore. A questo articolo rimandiamo ovviamente tutti coloro che vogliono ripercorre le idee storiche e filosofiche di un Uomo, quale fu Saro, che si portava dietro le suggestioni del Novecento. Egli fu integralmente e soffertamente un intellettuale del Novecento.PUBBLICAZIONI