Risultato della ricerca
MATTEO RAELI
Matteo Raeli (Noto, 23 dicembre 1812 – Noto, 25 ottobre 1875) è stato un patriota, giurista e politico italiano. Fu Ministro di Grazia e Giustizia e Culti del Regno d'Italia nel Governo Lanza. Matteo Raeli nacque a Noto da famiglia agiata, il padre Paolo fu parte della Decuria di Noto. Le condizioni economiche della famiglia gli permisero di compiere gli studi, prima a Noto e poi presso la Regia Università di Palermo dove si laureò in Giurisprudenza ed intraprendendo l'attività di avvocato che esercitò da vero principe del foro. Nel 1839 divenne anch'egli, così come il padre, Decurione a Noto, svolgendo in seno alla Decuria un'attività e un ruolo di primo piano. Gli anni del Decurionato furono quelli in cui cominciò a maturare idee liberali ed antiborboniche e a congiurare assieme ad altri borghesi ed aristocratici. Il 3 febbraio del 1848 guidò i liberali netini nella rivolta antiborbonica che infiammò la Sicilia e che portò da lì a poco ma per breve tempo la cacciata dei Borbone. Il comitato rivoluzionario indisse nel marzo del 1848 le elezioni per i deputati alla camera dei Comuni del Parlamento rivoluzionario di Palermo. A Noto furono eletti il marchese Trigona Giuseppe e Matteo Raeli. Il Parlamento rivoluzionario acclamò presidente Ruggero Settimo mentre la Camera dei Comuni e quella dei Pari proclamarono la decadenza del Re Borbone Ferdinando II. Nacque così il nuovo Stato di Sicilia di cui Matteo Raeli assunse la carica di Ministro delle Finanze prima, dell'Interno e della Sicurezza poi. Nel 1849 sotto l'incalzare del generale Filangeri, che entrò a Palermo il 15 maggio, cessò di esistere il giovane Stato Siciliano e i Borbone riacquistando il potere ridiventavano i signori dell'isola. La rappresaglia borbonica si fece sentire sotto forma di condanne a morte ed esili. Escluso dall'amnistia per essere stato tra i capi della rivolta, Matteo Raeli scegliendo la via dell'esilio si recò a Malta assieme a Ruggero Settimo con il quale condivise le sorti fino alla morte di quest'ultimo. A Malta fu incaricato dal governo Britannico di redigere un codice di diritto coloniale ma nel frattempo intesseva rapporti con i rifugiati siciliani e del resto d'Italia. Dopo lo sbarco dei Mille e con la cessione dei poteri dittatoriali da parte di Garibaldi, Raeli venne nominato ministro di Grazia e Giustizia ed entrò a far parte del Consiglio di Stato, composto da 36 membri, e da li a poco si diede luogo al referendum per l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna. Raeli indette le prime elezioni per il primo parlamento nazionale a Torino e fu eletto nel collegio uninominale di Noto per l'ottava legislatura, era il 3 febbraio del 1861. Nella legislatura successiva fu eletto al Parlamento di Firenze, dove nel frattempo, fu trasferita la capitale, era il 1865. Durante la IX legislatura presentò il disegno di legge per la soppressione delle corporazioni religiose ed una volta approvato nel 1866 vennero così abolite le comunità religiose e incamerati i beni ad esse appartenenti. Nel marzo del 1867 iniziava la X legislatura alla quale Matteo Raeli era stato eletto per il collegio di Caltagirone, fu nominato Ministro di Grazia e Giustizia e Culti nel governo presieduto da Giovanni Lanza. Raeli fu strenuo sostenitore del trasferimento della capitale da Firenze a Roma e pare che abbia firmato l'ordine di occupazione della città. Nel novembre del 1870 fu eletto al Parlamento per XI legislatura nel Collegio di Mistretta e Noto optando per Noto. Durante tutta la legislatura portò avanti il disegno di legge per il trasferimento della capitale da Firenze a Roma. Grande riconoscimento deve essere dato a Raeli poiché fu l'estensore della Legge delle Guarentigie che finalmente poneva fine al potere temporale dei Papi ed alla quale il Papa Pio IX rispose con l'enciclica "Ubi Nos". L'enciclica provocò una profonda divisione fra Stato e Chiesa, divisione sanata solo con gli accordi contenuti nei "PATTI LATERANENSI" stipulati nel 1929. Matteo Raeli fu eletto anche nella XII legislatura ma le sue condizioni di salute negli ultimi tempi peggioravano costringendolo a dimettersi. Dopo lungo peregrinare alla ricerca di un adeguato luogo di cura si ritirò nella sua Noto dove moriva il 25 ottobre 1875.PUBBLICAZIONI